Ogni giorno tutti noi, più o meno consapevolmente, ci troviamo a gestire un’infinità di piccoli e grandi problemi. Molto spesso, per questioni di piccola entità o per situazioni che già conosciamo, implementiamo automaticamente una serie di azioni che ci portano alla soluzione senza che neanche ci accorgiamo di aver affrontato una difficoltà.
Cosa succede però quando le risoluzioni automatizzate non bastano? Cosa possiamo fare quando il problema da risolvere è più complesso? Esiste un modo, una procedura universale per risolvere i problemi?
Lo scopriamo in questo articolo.
In psicologia si parla di Problem Solving facendo riferimento ad una delle più alte capacità cognitive dell’uomo, ossia quella di saper risolvere le situazioni problematiche nuove o inaspettate.
Questa capacità si distingue da quella della maggior parte delle altre specie animali poiché il nostro cervello è in grado di anticipare mentalmente gli eventi e di configurarne il corso a livello ipotetico.
Il problem solving è infatti un processo mentale che include la comprensione, l’analisi e la soluzione del problema.
Come vedremo più avanti, la maggior parte di questi passaggi si svolge a livello mentale, la messa in atto della strategia volta a risolvere il problema è solo uno dei punti del processo.
L’obiettivo finale del problem solving è quello di riuscire a superare gli ostacoli che ci separano da una meta desiderata.
Le strategie che utilizzeremo dipenderanno in larga misura dalla situazione specifica che dobbiamo affrontare. Esistono tuttavia delle linee guida che possono aiutarci nell’organizzare al meglio le informazioni a nostra disposizione e ad implementare delle azioni orientate alla corretta soluzione del problema o al superamento dell’ostacolo.
Tali indicazioni sono applicabili a qualsiasi situazione o problema che ci si presenta davanti. Vediamole insieme:
1. Comprendere del problema
Sembra forse una banalità ma comprendere la natura del problema è il primo ed indispensabile passo da compiere per la sua soluzione.
In primo luogo dobbiamo chiederci se abbiamo effettivamente capito qual è il problema. Siamo proprio sicuri di indirizzare le nostre energie verso la giusta direzione?
Immaginiamo ad esempio una situazione tipo:
Gino esce di casa per andare a lavoro e trova la macchina con le gomme a terra. Gino si arrabbia e si sente frustrato perché immagina che questo lo farà arrivare tardi a lavoro.
Ad un osservatore esterno, e forse anche a Gino stesso, in questo caso il problema potrebbe sembrare il seguente:
“ho le ruote della macchina a terra, devo risolvere la cosa!”
In realtà però, analizzando meglio la situazione, la frustrazione di Gino non deriva affatto dall’avere le gomme a terra, quanto piuttosto dall’arrivare tardi a lavoro.
Se Gino andasse dritto per la prima strada, cimentandosi per sistemare le gomme (falso problema), risolverebbe sì un problema, ma non quello per lui fondamentale. Così facendo infatti, Gino non riuscirebbe placare la sua ansia poiché, pur avendo sistemato l’auto, arriverebbe comunque tardi a lavoro (vero problema). Soffermandosi a stabilire qual è in quel contesto il vero problema, Gino potrà capire che la sua priorità è arrivare puntuale a lavoro. In questo modo potrà implementare le azioni più opportune per raggiungere il suo obiettivo (ad esempio, prendere l’autobus) affrontando la questione delle gomme in un secondo momento.
Nella fase della comprensione del problema dunque, cerchiamo di dare una risposta alle seguenti domande:
Qual è la situazione in cui mi torvo adesso?
Qual ‘ è la situazione che vorrei raggiungere?
È una situazione su cui ho il controllo o dipende totalmente dal caso o da altre persone?
Questa è una domanda cruciale poiché possiamo accingerci a risolvere solo quelle situazioni su cui il nostro comportamento può avere una qualche influenza. Sbattere la testa su problemi che non dipendono da noi finirà solo per farci sentire frustrati!
Ho già incontrato situazioni simili in passato? Se sì, come le ho gestite?
L’obiettivo, come già detto, è quello di individuare il vero problema che ci causa disagio e analizzarne le componenti.
2. Individuare le possibili soluzioni
Dopo aver analizzato il tipo di problema che abbiamo di fronte ed aver appurato che abbiamo un certo grado di controllo della situazione, possiamo procedere alla ricerca delle possibili soluzioni .
In questa fase cerchiamo di dar risposta alle seguenti domande:
– Quali sono tutte le possibili strategie che posso usare per risolvere il problema?
Nel caso di Gino, che desidera arrivare in tempo a lavoro, le soluzioni potrebbero essere quella di decidere di sistemare le gomme, andare a lavoro a piedi, prendere l’autobus o chiamare un taxi.
3. Valutare le strategie individuate e prendere una decisione
Una volta trovate tutte le possibili soluzioni che ci vengono in mente, è necessario scegliere quella che più presumibilmente ci permetterà di raggiungere il nostro obiettivo, considerando i mezzi che abbiamo a disposizione.
Facendo la sua valutazione, Gino escluderà l’ipotesi di aggiustare le gomme così come quella di andare a piedi poiché in entrambi i casi rischierebbe di non arrivare a lavoro in tempo. Valutando se prendere l’autobus o chijamare il taxi, Gino si renderà conto di non avere sufficienti contanti per pagare un taxi, nonostante questa fosse l’ipotesi che con più facilità gli avrebbe permesso di arrivare puntuale. Proseguendo nella sua analisi, Gino potrà decidere se andare a fare un prelievo allo sportello del bancomat per poi chiamare un taxi o dirigersi alla fermata del bus. Gino noterà che il cielo è molto nuvoloso e, andando a piedi verso la banca rischierebbe di essere sorpreso dalla pioggia. Valutando la situazione, Gino deciderà, di prendere l’autobus poiché la fermata è piuttosto vicina alla sua abitazione e questa soluzione potrà ragionevolmente condurlo a lavoro in tempo.
Gino ha effettuato un’analisi dei pro e dei contro delle soluzioni individuate, scegliendo quella che, nel rapporto rischi-benefici gli è ragionevolmente sembrata essere la migliore.
4. Messa in atto dell’alternativa scelta e Monitoraggio
Questa è la fase operativa del processo. Quella in cui, una volta svolta l’analisi dei pro e dei contro di ciascuna strategia, si procede all’esecuzione di quella giudicata migliore. Durante questa fase si prosegue col costante monitoraggio di come sta procedendo la situazione.
Gino, ad esempio, sempre analizzando i rischi ed i benefici, valuterà se prendere il primo autobus che, seppur molto affollato, arriverà prima a destinazione, oppure se aspettare l’autobus successivo che arriverà qualche minuto più tardi ma gli permetterà di stare comodamente seduto. Durante il tragitto inoltre, Gino controllerà di frequente l’orologio per sincerarsi di rispettare la tabella di marcia. Qualora così non fosse, tornerà nuovamente al punto 2 ed individuerà le possibili soluzioni alternative.
5. Valutare gli esiti
Una volta giunti al termine del processo, sarà necessario porsi le seguenti domande:
– Ho raggiunto il mio obiettivo?
Gino è riuscito a d arrivare in tempo a lavoro?
– Se l’obiettivo non è stato raggiunto, in cosa ho sbagliato?
Se Gino non è riuscito ad arrivare in tempo a lavoro, dovrà chiedersi qual è stato l’errore che lo ha condotto a non raggiungere il suo obiettivo. Ha sbagliato la scelta della strategia da utilizzare? È sopraggiunto un problema durante il viaggio che ha fatto ritardare l’autobus? Poteva fare qualcosa per rimediare a questi inconvenienti?
Questa analisi a posteriori, di fondamentale importanza, ci serve per capire quali errori di valutazione abbiamo commesso e ci permette di risolvere altre situazioni simili in futuro in modo più efficiente.
Sebbene a colpo d’occhio questa procedura possa sembrare lunga e piuttosto tortuosa, mettendola in pratica ci renderemo presto conto che essa è molto più facile ed automatica di ciò che sembra.
Il nostro cervello è naturalmente predisposto per lavorare in modo logico e strutturato. Ciò che spesso ce lo impedisce sono le nostre emozioni, la confusione mentale che si genera di fronte a qualcosa che non avevamo previsto.
Fornire al nostro cervello una “scaletta”, un copione a cui far riferimento nei momenti di difficoltà, può come per magia “sbloccare” il suo meraviglioso funzionamento permettendoci di trovare soluzioni nuove ed originali a qualsiasi difficoltà ci troviamo di fronte.