Tutti noi indistintamente pensiamo, vediamo e conosciamo le cose alla luce delle nostre esperienze e della nostra storia personale. Citando il filosofo Immanuel Kant, è come se ogni persona avesse un paio di occhiali con lenti colorate ed attraverso queste vedesse il mondo. Due persone potrebbero guardare la stessa identica cosa vedendola però in modo molto diverso, a seconda delle lenti che indossano. Così agiscono le nostre esperienze: come delle lenti, colorano la nostra realtà.
Ognuno di noi può attribuire valori del tutto diversi a situazioni, comportamenti e parole.
È in questo contesto che le capacità empatiche di ognuno di noi assumono un ruolo centrale nel regolare i rapporti umani.
Vediamo perché.
Cos’è l’empatia?
Il termine empatia deriva dal greco: “en” (dentro) e “pathos” (sentimento). L’empatia è una capacità che consiste nel riuscire a vedere il mondo attraverso gli occhi di un’altra persona.
Chi è empatico è in grado di mettersi nei panni del proprio interlocutore e, alla luce delle sue esperienze, comprendere le sue emozioni ed i suoi pensieri.
L’empatia è una dote ed in quanto tale alcune persone nascono con una predisposizione innata verso di essa, tuttavia questa caratteristica può anche essere promossa attraverso l’esercizio e l’impegno quotidiano.
A cosa serve l’empatia?
Comunicare in modo empatico ha dei grandissimi vantaggi per entrambi gli interlocutori poiché permette di comprendere non solo il “che cosa” l’altro dice ma anche il “come” lo dice.
Oltre al contenuto semantico (il significato) dunque, l’ascolto empatico permette di comprendere che cosa prova l’altra persona mentre esprime il suo pensiero. È come se per un attimo riuscissimo a prendere in prestito i suoi occhiali ed osservassimo il mondo attraverso di essi.
Riuscire a vedere con gli occhi dell’altro migliorerà notevolmente non solo la conversazione ma, più in generale, il complesso delle relazioni che instauriamo con gli altri, tanto nella sfera privata quanto in quella lavorativa.
L’ascolto empatico, insieme alle altre caratteristiche della comunicazione assertiva, è infatti utile nella risoluzione dei conflitti e delle incomprensioni poiché permette di prendere le distanze dal proprio punto di vista al fine di comprendere quello dell’altro.
In tal modo si evita di “fossilizzarsi” ciascuno sulle proprie convinzioni assumendo invece una posizione più collaborativa ed aperta ad un confronto costruttivo.
Come possiamo promuovere l’empatia?
Le strategie per comunicare e soprattutto ascoltare empaticamente consistono nel mantenere un atteggiamento il più possibile aperto e non giudicante nei confronti dell’altro.
E’ necessario sintonizzarsi non solo su ciò che dice (contenuto) ma domandarsi anche cosa sta provando in quel momento il nostro interlocutore.
Il segreto sta nel continuo gioco del “mettersi nei panni di..” e chiedersi “come si sente questa persona in questo preciso momento? Cosa sta provando?”
Alcune diritte universali per promuovere l’ascolto empatico possono essere le seguenti:
– mantenere una posizione aperta al dialogo.
– prestare attenzione all’altro.
questo richiede, soprattutto all’inizio, un notevole dispendio di risorse ed energie poiché la concentrazione deve essere mantenuta alta e le distrazioni allontanate.
– Porre attenzione, oltre che al contenuto verbale, a tutti gli aspetti non verbali della comunicazione come il tono di voce, la postura, la mimica facciale.
– Assumere una posizione non giudicante e accettare incondizionatamente ciò che l’altro ci porta anche se non lo condividiamo.
– Sforzarsi di individuare e saper tenere distinte le proprie emozioni da quelle dell’altro.
– Cercare di esprimere le proprie emozioni in modo chiaro e non manipolatorio.
– Validare le emozioni dell’altro.
La validazione consiste nel passare il messaggio che, anche qualora non fossimo d’accordo con ciò che afferma, comprendiamo ed accettiamo le emozioni ed i pensieri dell’altro in quanto frutto della sua persona e delle sue esperienze.
Quest’ ultimo punto merita forse un approfondimento.
Con il concetto di validazione non si intende l’essere sempre d’accordo con il nostro interlocutore, esso infatti distingue il piano del pensiero e del comportamento dal piano emotivo.
In sintesi, possiamo essere in disaccordo con ciò che la persona dice o fa ma non è nei nostri diritti giudicare o criticare come essa si sente: l’emozione, essendo un elemento spontaneo va sempre accolta ed accettata per quello che è, esattamente come è.
Ovviamente, nella situazione ideale, sarebbe opportuno che anche il nostro interlocutore si impegnasse nel mantenere un atteggiamento empatico nei nostri confronti.
Tuttavia, anche se così non fosse, è bene sottolineare che l’ascolto empatico crea una sorta di circolo virtuoso in cui, vedendo in noi determinate caratteristiche di disponibilità ed apertura, anche il nostro interlocutore verrà portato a modificare il suo assetto comunicativo in favore di un atteggiamento maggiormente cooperativo.
Per promuovere l’ascolto empatico è necessario rivolgersi allo psicologo?
All’interno dei percorsi di Training sull’Assertività molto spesso sono previsti dei moduli sulla comunicazione e l’ascolto empatico.
Tali percorsi sono molto utili nei casi in cui una persona ritenga di avere delle difficoltà di natura interpersonale o comunicativa.
Tuttavia, l’incremento di queste abilità è consigliabile anche a tutti coloro che, pur in assenza di disagio, desiderino ricevere maggior gratificazione ed appagamento dalle proprie relazioni. Con un po’ di impegno, gli accorgimenti descritti in questo articolo possono tranquillamente essere messi in atto nella vita quotidiana da ciascuno di noi.
Per concludere, indubbiamente comunicare ed ascoltare in modo empatico, soprattutto all’inizio, richiede uno sforzo attivo ed un impegno costante, tuttavia i benefici che se ne possono trarre in termini relazionali sono veramente grandi.
Provare per credere!