Questo periodo di emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova ogni nostra abitudine, ci costringe a fermarci, ci isola dagli altri.
Il Coronavirus gioca a scacchi con le nostre paure più profonde. Mette all’angolo le nostre certezze, ci costringe a rivalutare le nostre priorità, ci chiede di giocare la nostra mossa rimanendo fermi.
La società da sempre ci spinge a fare, ad essere pronti e scattanti il più possibile. Siamo abituati a correre, a non avere tempo per noi né per i nostri affetti.
Siamo così abituati alla mancanza di tempo che, una volta che quel tempo ci viene imposto, non sappiamo che farcene. Allora ci inventiamo il jogging, la spesa così necessaria, la passeggiata col cane e la visita ai parenti.
Ogni cosa va bene, pur di non stare in quel tempo.
Cosa succederebbe, invece, se insieme all’immobilità fisica imposta, riuscissimo a fermare anche la nostra mente?
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