Che cos’è l’Ansia da Separazione? Quando è normale e quando invece c’è da preoccuparsi? Cosa può fare un genitore per sopravvivere a questo periodo?
La comparsa delle prime manifestazioni di Ansia nel bambino a seguito dell’allontanamento della figura di riferimento suscita molto spesso nei genitori una serie di emozioni molto intense.
Prima di tutto compare un enorme senso di colpa che istintivamente ci porterebbe ad abbandonare qualsiasi cosa stessimo per fare per dedicarci al nostro piccolo.
In secondo luogo, quando ci troviamo di fronte a nostro figlio che piange disperatamente solo perché siamo usciti dalla stanza per andare a fare pipì, ci sorge un grande dubbio: “sarà normale questo comportamento?” Sfido chiunque a trovare un genitore che ad un certo punto non si sia fatto questa domanda!
Ebbene la risposta è : Sì. È ASSOLUTAMENTE NORMALE.
I primi segni di ansia da separazione possono comparire intorno agli 8 mesi, quando il bambino inizia ad aver timore delle persone estranee. Successivamente, verso i 18-24 mesi, quando vengono acquisite le abilità fondamentali per potersi muovere ed esplorare autonomamente l’ambiente, il bambino inizia a richiedere la presenza della figura di riferimento, magari si allontana un pochino (autonomia) per poi far subito ritorno “al nido” (sicurezza).
E’ in questa fase che il bambino può sperimentare le prime crisi a seguito dell’allontanamento del genitore di riferimento (solitamente la madre). Tali crisi possono inoltre accentuarsi durante le prime fasi di inserimento al nido o alla scuola materna e possono durare fino ai 6 anni circa.
In realtà, come abbiamo detto, questa reazione è del tutto normale e rappresenta un’espressione dello sviluppo dell’attaccamento del piccolo che deve imparare a giostrarsi nel delicato equilibrio tra il bisogno di indipendenza e quello di sicurezza.
Come possiamo gestire l’ansia da separazione?
Nonostante nella maggior parte dei casi l’ansia da separazione non sia indice di un problema, essa, a cascata, tende a causare non poca ansia al genitore che si trova spesso incapace di gestire queste situazioni.
Di seguito vengono elencati 10 semplici consigli per aiutare mamma e papà ed affrontare le separazioni.
1) PAZIENZA
Ahimè, il primo ed indispensabile elemento di cui dobbiamo armarci è proprio la pazienza. Consapevoli del fatto che l’ansia da separazione rappresenta un’importante tappa di sviluppo di nostro figlio, dobbiamo per quanto possibile aiutarlo a gestirla nel modo più sereno possibile.
2) NO PANICO
Anche se il bambino piange e richiede in tutti i modi la nostra attenzione occorre mantenere la calma e farsi vedere il più possibile sereni. Se un bambino spaventato vedrà lo spavento o l’ansia nel volto del genitore, non farà altro che spaventarsi ancora di più.
3) COERENZA
Per quanto il nostro cuore si riduca in mille pezzi ogni volta che varchiamo la soglia di casa e sentiamo nostro figlio piangere alle nostre spalle, non cadiamo nella tentazione di tornare indietro. A livello psicologico questo non farà altro che rinforzare il pianto del bambino che penserà: “Ehi, se ne stava andando, mi ha sentito piangere ed è tornato/a…fantastico! La prossima volta mi impegnerò a strillare ancora più forte!”.
4) PROGRAMMAZIONE
Cercate di programmare il più possibile le vostre uscite in modo che per il bambino entrino a far parte della routine quotidiana e siano, di conseguenza, maggiormente prevedibili.
5) SOSTITUTO
Quando vi allontanate fate in modo che vostro figlio resti con persone che conosce e di cui si fida.
6) “BUBUSETTETE’”
Per i bimbi più piccoli è utile esercitarsi con il gioco del “bubusettetè”. Servirà a fargli capire che anche se la mamma scompare, poi ritorna. Potete iniziare a fare questo gioco scomparendo dalla visuale per pochi secondi e nel tempo allungare la vostra assenza, magari uscendo dalla stanza per poi farvi ritorno.
7) PARLARE DELLE EMOZIONI
Con i bambini un pochino più grandi è indispensabile parlare delle emozioni. Non diamo per scontato che il bambino sappia cosa gli sta succedendo. Chiediamogli come si sente, che cosa prova. Diamo un nome ed una spiegazione alle sue emozioni o meglio, troviamo un nome ed una spiegazione insieme a lui. Possiamo fare degli esempi riferiti alla nostra infanzia, spiegargli che quello che prova è normale e comprensibile ma che la mamma non lo abbandona, tornerà sempre da lui.
8) FARE UN PIANO
Organizzate con vostro figlio il tempo che passerà senza di voi. Fate in modo che si impegni in attività gratificanti, possibilmente scelte da lui stesso. Potete proporgli di fare un disegno che vi farà vedere quando tornerete oppure di farsi leggere una storia che vi racconterà al vostro ritorno.
9) RINFORZARE IL CORAGGIO
Quando tornate a casa complimentatevi con vostro figlio per essere riuscito ad affrontare la situazione. Fate in modo che si senta fiero di sé stesso per essere riuscito a superare la difficile sfida della lontananza.
10) DEDICARE TEMPO AD ATTIVITA’ PIACEVOLI
Dopo esservi complimentati con lui, dedicate un pochino di tempo ad un’attività piacevole da svolgere insieme. In questo modo vostro figlio avrà presente che, anche se vi allontanate per un po’, quando tornate potrete “recuperare” la lontananza con un momento speciale tutto per voi.
Quando è realmente lecito preoccuparsi?
Le crisi nelle situazioni in cui la mamma si allontana possono essere anche violente ma tendono ad essere passeggere (dopo qualche tempo che la madre si è allontanata, a patto di trovarsi con una persona che conosce, il bambino smette di piangere). Un primo fattore discriminante dunque è proprio la durata della crisi a seguito dell’allontanamento della figura significativa: se il piccolo piange per qualche minuto ma poi è in grado di farsi consolare e di riprendere le sue normali attività, non c’è motivo di sospettare la presenza di qualche problema.
Un secondo fattore, collegato al precedente riguarda l’interferenza che l’ansia da separazione ha sullo sviluppo dell’autonomia del bambino. Se la paura dell’allontanamento del genitore non influisce sul comportamento esplorativo del piccolo e non gli impedisce di svolgere le normali attività (ad esempio frequentare il nido o la scuola, rimanere con i nonni, giocare con altri bambini o anche in solitudine), non c’è motivo di preoccuparsi.
La situazione dovrebbe invece essere approfondita quando le attività sono limitate (il bambino smette di andare all’asilo o a scuola e si rifiuta categoricamente di “esplorare l’ambiente” se non in presenza della madre) e quando, a seguito dell’allontanamento della madre o di altra figura di riferimento, il bambino non si lascia consolare da nessun altro e non smette di piangere fino al ritorno della figura.
Per maggiori informazioni circa il Disturbo d’ Ansia da Separazione clicca qui: Disturbi d’ Ansia: Ansia da Separazione.
Dott.ssa Marta J. Drabik