I disturbi d’ ansia sono tra i fenomeni psicopatologici più diffusi e spesso causano un notevole peggioramento della qualità di vita di chi ne soffre. Ma quali sono i disturbi della sfera ansiosa ed in cosa consistono?
Classificazione dei disturbi d’ansia
I Disturbi d’ansia riconosciuti dal DSM – 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione) sono i seguenti :
DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO
Tra i disturbi d’ ansia tipici dell’età Infantile troviamo:
Caratteristiche dell’ ansia
La parola ansia deriva dal termine latino “Anxia”, che a sua volta fa riferimento al verbo “Ango” (stringere, soffocare). E’ interessante notare che il termine “ansia” ed il termine “angoscia” trovano una radice comune in questo verbo.
Nella terminologia odierna, sebbene risulti difficile definire l’ansia in modo univoco, con questa parola si fa riferimento ad uno stato di:
“anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuri, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione. Gli elementi esposti al rischio possono appartenere sia al mondo interno che a quello esterno” (APA, 1994; cit. in: Franceschina et al., 2004, p. 213).
Parafrasando, l’ansia consiste in una sensazione solitamente connotata negativamente ed associata alla previsione di possibili accadimenti futuri che preoccupano la persona. Tali accadimenti possono essere riferiti sia a situazioni esterne che interne alla persona.
Sintomi correlati all’ansia
L’ansia si associa solitamente a una condizione psicologica di tensione e, a volte, tristezza. Essa è anche accompagnata da diverse manifestazioni corporee.
Tra i sintomi fisici più comuni troviamo:
- Sintomi cardiovascolari: tachicardia, palpitazioni, dolore o fastidio al petto, ipertensione o cali di pressione, svenimento
- Sintomi respiratori: dispnea, sensazione di soffocamento, sensazione di nodo alla gola,
- Sintomi gastrointestinali: nausea, gastrite, reflusso, diarrea, sindrome del colon irritabile
- Sintomi neuromuscolari: sensazione di sbandamento, tremore, rigidità, sensazione di torpore e formicolio, tensione muscolare, debolezza ed eccessiva affaticabilità
- Sintomi neurologici: vertigini, sensazione di “testa vuota” o leggera, sensazione di sbandamento, tremore e vampate di calore
- Sintomi dermatologici: rossore o pallore del volto, eccessiva sudorazione
Funzionamento dei disturbi d’ansia
E’ fondamentale ricordare che l’ansia di per sé non è assolutamente un’emozione patologica. Anzi, essa ricopre un ruolo fondamentale nell’adattamento e nella sopravvivenza degli esseri umani (Dell’utilità dell’ansia parliamo in questo articolo “L’ ansia che fa bene”).
L’ansia diventa “patologica” quando è eccessiva, persistente e causa un disagio clinicamente significativo influendo negativamente sulla vita sociale, relazionale e/o lavorativa di chi ne soffre.
I principali meccanismi di mantenimento dello stato ansioso, comuni a tutti i disturbi d’ansia, consistono nel ricorrere a credenze e convinzioni irrazionali circa la pericolosità di alcuni stimoli o situazioni e nell’adozione di strategie disfunzionali di fronteggiamento di tali stimoli o situazioni.
Tra queste strategie la più tipica ed utilizzata è l’evitamento.
La persona inizia ad evitare sistematicamente il contatto con la situazione o l’oggetto che procura ansia. Sebbene a breve termine l’evitamento produca un notevole sollievo, sulle lunghe distanze causa notevoli problemi principalmente in due aspetti:
In primo luogo l’evitamento riduce la libertà individuale della persona affetta da patologia ansiosa. Spesso l’evitamento della situazione ansiogena diventa l’obiettivo di vita primario ed alla lunga può comportare una notevole limitazione alla vita sociale e lavorativa.
In secondo luogo l’evitamento di fatto non fa altro che mantenere il disturbo. Evitando lo stimolo ansiogeno (sia esso un oggetto esterno o una sensazione interna) la persona si preclude la possibilità di smentire la credenza (spesso irrazionale) circa la sua pericolosità. Continuando ad evitare, inoltre, la percezione del pericolo relativo allo stimolo aumenta notevolmente generalizzandosi anche ad altre situazioni od oggetti simili a quello originario.
Trattamento dei disturbi d’ansia
la psicoterapia cognitivo comportamentale è considerata il trattamento di prima scelta (Gold standard) per questo tipo di disturbi. Essa interviene principalmente andando a “ristrutturare” le cognizioni ed i comportamenti disfunzionali della persona.
Dal momento che i disturbi d’ ansia si nutrono proprio di pensieri e comportamenti disfunzionali, la prognosi del trattamento è solitamente favorevole.
(Per consultare i principi dell’intervento cognitivo comportamentale clicca Qui).